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Grande Traversata Elbana, l’escursione di trekking che attraversa l’isola d’Elba

Grazie alla GTE si ha l'opportunità di scoprire la variegata natura elbana: il percorso si snoda da una parte all'altra dell'isola.


La Grande Traversata Elbana è l’escursione di trekking che attraversa l’isola d’Elba da oriente a occidente, lungo un percorso di 50-60 chilometri che ricade quasi interamente nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano; indicata anche con la sigla GTE, viene solitamente suddivisa in quattro tappe e mette in connessione la gran parte dei sentieri isolani. Il livello di difficoltà dell’itinerario, secondo la scala del CAI, è quello E (Escursionistico), con alcuni tratti che vanno affrontati con una certa attenzione.

Il percorso comincia a Cavo, frazione portuale del comune di Rio. Possono quindi risultare molto comodi i traghetti o gli aliscafi che arrivano proprio nel porto di questo villaggio; se si sbarca a Portoferraio o Rio Marina, infatti, bisogna poi comunque recarsi presso il lungomare di Cavo per cominciare l’itinerario escursionistico. Se già sapete come raggiungere l’isola d’Elba, non vi resta che prenotare una corsa su una delle tratte marittime che originano dal porto di Piombino, in provincia di Livorno. Dopo lo sbarco in uno dei tre porti elbani, bisogna recarsi sulla circonvallazione Faleria a Rio Marina, da dove si inizia a fare trekking.

GTE: itinerario escursionistico attraverso l’Elba

L’itinerario escursionistico GTE attraversa l’Elba da una parte all’altra sull’asse est-ovest (anche se può essere percorso in senso opposto). Iniziando nel comune di Cavo, il sentiero conduce verso ovest, lungo la dorsale dell’isola; dopo aver lasciato Porto Azzurro, prosegue fin sul Monte Perone. In corrispondenza del Monte Capanne, il percorso si divide; si può andare verso sud e raggiungere Pomonte oppure circuire il Monte Capanne e arrivare in località Patresi. Nella sottostante immagine di Pampuco (CC BY-SA 4.0) è possibile vedere su mappa il tracciato della GTE.

Grande Traversata Elbana su mappa

Il tempo di percorrenza del percorso varia mediamente tra le circa 24 ore del tracciato che arriva a Patresi, lungo complessivamente circa 58 chilometri, e le 19 ore e mezzo di quello per Pomonte, lungo circa 50 chilometri. Il lungo itinerario è stato convenzionalmente suddiviso in quattro tappe per agevolarne l’esplorazione. Al termine di ogni tappa viene indicata una destinazione dove poter riposare e rifocillarsi prima di passare alla tappa successiva. Queste deviazioni allungano la traversata di circa 8 chilometri.


Tappe

La prima tappa, da Cavo a Porto Azzurro, è lunga 17,75 chilometri e ha un tempo medio di percorrenza di circa 8 ore. Partendo dalla circonvallazione Faleria, dopo circa 700 metri si raggiunge un trivio, da cui si dirama la via che porta al Mausoleo Tonietti e il sentiero numero 260, il quale sale costantemente di quota fino ai 344 metri del Monte Grosso, dove durante la seconda guerra mondiale venne costruita una stazione semaforica; si scende quindi fin quasi alla Strada Provinciale 33 della Parata. Questa strada sale e scende lungo il Fosso del Vignolo, dopo il quale, all’altezza dell’Aia di Cacio, da cui partono i sentieri numero 201 e 202, bisogna attraversare la strada per Nisporto e inerpicarsi su Monte Strega, alto 426 metri, e Monte Capannello, alto 405 metri, fino a Le Panche (326 metri), dove il Golfo di Portoferraio diventa protagonista della veduta panoramica e si incrociano la strada provinciale numero 32 del Volterraio, prima di salire a Cima del Monte (515 metri), e il sentiero numero 205 (per escursionisti esperti), da dove, dopo 1200 metri circa, il sentiero numero 210 raggiunge Porto Azzurro.

La seconda tappa, da Porto Azzurro a Procchio, è lunga 20,56 chilometri e ha un tempo medio di percorrenza di circa 7 ore. Dopo circa 3 chilometri dal bivio con il sentiero numero 210, si attraversa la strada provinciale 26 e si sale verso la cima del monte Orello, alto 376 metri, per poi passare nei paraggi della cava di Colle Reciso, percorrere per 200 metri una strada asfaltata fino ad incrociare prima il sentiero numero 266, poi quello numero 221 e, dopo un chilometro e mezzo, quello numero 214. Dopo la discesa, si percorre per 500 metri il sentiero numero 248 fino al bivio con il numero 244, che conduce al Colle di Procchio.

La terza tappa, da Procchio a Poggio, è lunga 11,84 chilometri e ha un tempo medio di percorrenza di 5 ore. Dalla strada provinciale 25 si va sul Monte Castello, alto 226 metri. Dopo gli incroci con i sentieri numero 180 e 121, termina la strada sterrata e si sale per 1700 metri fino al Monte Perone, dove c’è il numero 122. Si incrociano i sentieri numero 177 e 169 e si arriva quindi al Santuario delle Farfalle. Dopo i bivi con i sentieri numero 107 e 100 (quest’ultimo è per escursionisti esperti attrezzati) si raggiungono il Monte Maolo e, dopo un chilometro e mezzo, una diramazione secondaria del Monte Capanne, dove si trova la biforcazione della traversata. Per arrivare alla fine della tappa, bisogna seguire il sentiero numero 105 fino a Poggio.

La quarta tappa, dopo la biforcazione, ha due varianti. La prima, da Poggio a Patresi, è lunga 16,28 chilometri, con un tempo medio di percorrenza di circa 8 ore. Dopo essere ritornati sulla GTE percorrendo a ritroso il sentiero numero 105, si procede verso ovest fino a incrociare il numero 110, per poi svoltare bruscamente e risalire le creste occidentali del Monte Capanne. Dopo alcune curve finali, il percorso incontra il sentiero adatto agli escursionisti esperti attrezzati (il n. 100) e scende gradualmente fino a La Terra (582 m). Dopo 1500 metri bisogna sorpassare la deviazione che conduce al rudere della chiesa di San Frediano e raggiungere il bivio con il sentiero numero 125, per poi girare attorno al Monte Capanne fino a Serra Ventosa, dove si inizia a scendere verso Patresi.

La seconda variante della quarta tappa, da Poggio a Pomonte, è lunga 9,26 chilometri e ha un tempo medio di percorrenza di 4 ore e 40 minuti. Dalla biforcazione, in direzione sud-ovest, si percorre la dorsale tra la valle di Pomonte e Vallebuia. Nei pressi del Colle della Grottaccia, alto 645 metri, da cui originano i sentieri numero 109, 130 e 108, e del Monte Orlano, di 549 metri, si trovano alcuni caprili. Altre alture lungo il percorso sono Le Mure (629 m) e Monte Cenno (589 m), dove si incrocia il sentiero numero 135. Il tracciato, dopo il caprile di Monte Orlano, si snoda lungo un viottolo che, tra i terrazzamenti dei vigneti, porta a un secondo incrocio con il 109 e, dopo pochi minuti, a Pomonte.


Consigli

Per attraversare la Grande Traversata Elbana è necessaria una mappa. La sottosezione Isola d’Elba del Club Alpino Italiano consiglia di scaricare tramite l’applicazione gratuita Avenza Maps le mappe del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano con geolocalizzazione anche in assenza di segnale (come capita in alcune zone dell’isola) o di procurarsi la versione cartacea della stessa.

Il CAI inoltre, sebbene non siano presenti tratti esposti, in alcuni punti della traversata escursionistica consiglia di prestare particolare attenzione (ci sono infatti passaggi su pietraie, ghiaia o massi), come anche di non avvicinarsi troppo a capre, mufloni e cinghiali e di indossare pantaloni lunghi per evitare morsi delle rare vipere presenti, per proteggersi dalle quali è bene anche essere prudenti quando si mettono mani o piedi fra i sassi.

Si sconsiglia di percorrere la GTE in piena estate e in pieno inverno a causa del clima: settembre, ottobre, marzo, aprile e maggio sono i mesi migliori per farlo. È importante anche controllare le previsioni meteorologiche e scegliere giornate soleggiate, indossare indumenti e scarpe da trekking e portare con sé acqua a sufficienza.

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