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10 cose da fare sulle isole Tremiti

Le Tremiti riescono a colpire il viaggiatore dapprima con il mare verde azzurrato e i boschi di pini, subito dopo con la storia che ha scandito il tempo dell'arcipelago dell'Adriatico italiano.

Una visita alle Tremiti

Nel mare Adriatico, le isole Tremiti, prospicienti il Molise e la Puglia, fanno parte di quest’ultima regione e sono inoltre incluse nel Parco nazionale del Gargano, data la loro bellezza naturalistica e la vicinanza allo Sperone d’Italia. Nonostante ciò, i collegamenti annuali con la terraferma vengono effettuati dal porto molisano di Termoli (in estate, però, anche dallo scalo pugliese di Vieste). Perfette per chi odia lo smog e il traffico, dal momento che grazie alle ridotte dimensioni, il Comune delle Isole non accetta lo sbarco di veicoli, e solo qualche residente e alcuni tassisti ne possiedono uno. San Domino è la più grande e la più abitata, per dimensioni segue la disabitata Caprara (o Capraia), mentre per popolazione San Nicola. A parte l’isolotto Cretaccio e lo scoglio La Vecchia, la più piccola è la lontana e deserta Pianosa che, piana sul livello del mare, viene quasi del tutto sommersa quando è agitato. Il clima dell’arcipelago è mediterraneo, con estati calde e inverni miti. Di seguito, subito dopo le informazioni per arrivarci, una lista di suggerimenti di viaggio: ecco dieci cose da fare, non necessariamente d’estate. Ad esclusione del periodo che va pressappoco da ottobre ad aprile, sarà chiaramente possibile anche fare il bagno e un giro in barca; nel periodo agostano l’affollamento è notevole.

Come arrivare a San Domino e a San Nicola

Dalla costa adriatica, nello specifico dal porto di Termoli (Molise) o, dal Gargano, dal porto di Vieste, si può arrivare alle due isole principali dell’arcipelago delle Tremiti, ovvero nel porto di San Domino oppure nel porto di San Nicola. Per conoscere tutte le informazioni sulle partenze di traghetti e aliscafi operanti su queste tratte, non si deve fare altro che cliccare sui rispettivi link dell’elenco:

In seguito, le cose da fare.

1) Percorrere la pineta di San Domino

Pineta di San Domino

La vegetazione caratteristica dell’arcipelago tremitese è costituita dal pino d’Aleppo (Pinus halepensis), prettamente mediterraneo. È un albero dall’ampia chioma in cima e alto mediamente una ventina di metri, che costituisce a San Domino la vasta pineta, una vera e propria formazione forestale sull’isola. Da percorrere, anche per trovare il proprio posto preferito per rilassarsi tra le note olfattive balsamiche delle aghifoglie, guardando il panorama che si tinge d’azzurro. Non mancano le zone dove è rigogliosa anche la flora del sottobosco, a volte con specie rare. Solitamente si compone di ginepro, rosmarino, mirto, lentisco.

2) Andare in spiaggia o sulle scogliere delle cale

Cala delle isole Tremiti

Le coste delle isole Tremiti sono perlopiù rocciose e poche volte sabbiose, ma spesso le scogliere naturali digradano a poco a poco. Un’ottima alternativa per andare a mare. Al prossimo link è possibile sapere quali sono tutte le spiagge e le cale. Se non bisogna fare il bagno, è interessante visitare anche quei luoghi che non permettono la discesa a mare, ma che comunque offrono intriganti panorami, dall’alto di quelle cale raggiungibili solo per mare. Dai sentieri che invece arrivano fin sulle rive, si può inoltre, quando il mare non è troppo mosso e non c’è l’alta marea, osservare la fauna di scogliera, come variopinte anemoni di mare e simpatici granchi, respirando, tra l’altro, una benefica aria salmastra.

3) Visitare l’abbazia di Santa Maria a Mare

Santa Maria a Mare

L’isola di San Nicola è sede di un imponente complesso abbaziale fortificato dell’XI secolo, Santa Maria a Mare. Le cinta murarie medievali e il Torrione del Cavaliere del Crocifisso proteggono il Castello dei Badiali, costruzione che fu anche convento, dove si può visitare, tra gli altri, il chiostro con la Loggia della Cisterna della Meridiana, e l’abbazia benedettina, al cui interno si rimane colpiti dalla pala d’altare, dalle statue e dai pavimenti a mosaico. Si può entrare liberamente all’interno del complesso salendo dal porto.

4) Fare il giro delle isole Tremiti in barca

Tratto di costa dell’arcipelago

Il giro delle isole in barca può essere fatto tramite vari tipi di imbarcazioni e natanti con i relativi equipaggi; si tratta di tour da condividere in gruppo eventualmente anche con estranei; oppure noleggiando un gommone o una barca. Tra le motonavi, ce n’è una che ha il fondo trasparente grazie al quale i magnifici fondali dell’arcipelago non avranno più segreti; su un’altra viene preparato il pranzo a bordo. Ma altre gite vengono organizzate anche su barche più piccole per gruppi intimi. L’alternativa è il noleggio di gommoni o barche in vetroresina di circa cinque metri; in questo caso la possibilità di fare il bagno in cale a piacere è assicurata, anche se c’è bisogno di avere un minimo di competenze di navigazione e potrebbe risultare alla fine meno rilassante. Le circumnavigazioni riveleranno tanti altri anfratti e grotte marine.

5) Praticare snorkeling e immersioni subacquee

I fondali di una cala

Non è necessario essere dei sub professionisti per divertirsi sott’acqua alle Tremiti. Vista la vasta offerta di corsi di snorkeling e immersioni, è sufficiente saper nuotare e affidarsi a una delle scuole che fanno formazione e organizzano anche escursioni subacquee. I diving center organizzano qualcosa tutti i giorni durante la stagione estiva, dalle minicrociere per l’arcipelago con pranzo a bordo rigorosamente a base di pesce, alle immersioni in profondità per i più formati (e finanche in notturna), passando per i battesimi del mare, le prove di immersione e lo snorkeling con i biologi. Tra i siti sommersi, ce ne sono sia di interesse naturalistico per le sensazionali peculiarità biologiche di fauna e flora dei fondali, che storico, con vari siti archeologici sommersi. Sono visionabili diversi relitti come un’antica nave romana, una medievale, un piroscafo garibaldino, un veliero dell’ottocento, e addirittura un aereo della seconda guerra mondiale. Sul fondale c’è anche una statua di Padre Pio. Nel complesso i punti di immersione sono più di cinquanta, e tra le innumerevoli cale e grotte, o semplicemente vicino alla riva delle spiagge, non mancano i luoghi per praticare lo snorkeling, armati solo di maschera, pinne e boccaglio.

6) Girare l’arcipelago in canoa o kayak

Giro in kayak

Non è affatto complicato noleggiare una canoa o un più comodo e facilmente manovrabile kayak a San Domino, e da qui circumnavigare le isole in una maniera di sicuro sportiva ed ecologica. Ci sono poi tratti di costa avvicinabili solo con questi piccoli natanti (l’unica alternativa sarebbe a nuoto da imbarcazioni ormeggiate più lontano). I kayakisti più esperti preferiscono girare l’arcipelago, con le giuste condizioni meteo marine, in primavera, autunno o anche in inverno, per apprezzare più pienamente i suoni e la pace della natura. Sono tante le piccole insenature sandominesi e gli antri accessibili, oppure le formazioni rocciose avvicinabili pagaiando, come per esempio lo Scoglio dell’Elefante e quello del Sale, la Grotta del Bue Marino – che alla fine dei settanta metri di lunghezza cela una spiaggetta – la Grotta delle Rondinelle e quella delle Viole. Ma lungo la fascia costiera dell’isola c’è molto altro da scoprire. A San Nicola sono da vedere le coste spesso costituite da scogliere verticali. A Caprara imperdibili l’architiello di Punta Secca, Cala Sorrentino e la Grotta Smeralda. Interessante percorrere a remi anche il chilometro costiero del Cretaccio, per poi recarsi al vicino scoglio chiamato La Vecchia. Pianosa è invece troppo lontana e tra l’altro inaccessibile.

7) Recarsi presso la Ripa dei Falconi e la Tomba di Diomede

Ripa dei Falconi

Anche dette isole Diomedee, il mitologico personaggio di Diomede è qui ben radicato. Il Re di Argo approda proprio da queste parti quando vengono narrate le iliadiche Insulae Diomedeae. Seguendo i sentieri dell’isola di San Domino si può arrivare fino al faro della Ripa dei Falconi, un luogo dirupato e scosceso sopra la Cala del Bue Marino. Sulla scarpata nidificano rari esemplari di falco e di caratteristici albatri, del genere denominato delle Diomedee, il cui canto è stato connesso con il leggendario eroe (precisamente al lamento dei soldati per la sua morte). Da queste falesie si profilano favolosi panorami. Inoltre sull’isola di San Nicola è visitabile la Tomba di Diomede, di epoca ellenica. Secondo il mito, dopo la sua morte Afrodite trasformò compassionevolmente in uccelli i suoi compagni affinché potessero continuare a vegliare sul sepolcro.

8) Fare visita al Museo della Radio d’Epoca “Lucio Dalla”

Alcuni esemplari al Museo della Radio d’Epoca

In uno storico edificio del borgo di San Nicola, c’è il Museo della Radio d’Epoca, che ospita un’eccezionale collezione di fonografi, grammofoni, giradischi e radio vintage, fondato in omaggio a Lucio Dalla e a lui intitolato, cittadino onorario del comune di Isole Tremiti, dove ha vissuto spesso d’estate nella sua villa con annesso studio discografico. Immersa nella natura che gli è stata d’ispirazione per varie composizioni musicali, affaccia sul mare e sull’antico palazzo a due piani sede della raccolta. Proprio il famoso cantautore, con il grande collezionista Franco Pistilli e l’amministrazione comunale, contribuì alla realizzazione dell’esposizione. Vi sono custoditi più di 350 memorabili apparecchi radiofonici e sonori, con modelli che risalgono anche alla fine del XIX secolo. La mostra è raggiungibile tramite un ascensore che sale dal porticciolo verso la fortezza. Quando inattivo – di solito in bassa stagione – sarà necessario incedere a piedi per la cosiddetta Salizata.

9) Assaporare la gastronomia tremitese

Pesce con olive e capperi delle Tremiti

La condizione eremitica che sicuramente ha scandito le vite degli antichi abitanti tremitesi non poteva che contemplare un’agricoltura e una pesca di sussistenza ma concreta. Attualmente è rimasta viva nella gastronomia delle Tremiti più la tradizione peschereccia. I piatti tipici sono immancabilmente a base di pesce fresco, come grigliate, sughi per la pasta, zuppe, antipasti, fritture. Da queste terre provengono ancora erbe aromatiche – basilico, prezzemolo, origano, rosmarino, finocchio selvatico – capperi, olive e verdure, che accompagnano il pescato adriatico (rombi, spigole, ricciole, scorfani, palamiti, tanute, dentici, triglie). I crostacei (scampi, gamberi e aragoste) vengono spesso grigliati e i frutti di mare vengono fatti sposare con gli spaghetti. Tutti sapientemente mescolati nella zuppa detta Ciambotto del pescatore, anche nella versione vegetariana Pesce fejute, ironicamente, in dialetto, pesce fuggito. Fragagghjame è un misto di pesciolini crudi; da provare anche le Scescille, polpette di pane raffermo, uova e formaggio cucinate al sugo. Gran finale le Treccine, dolce locale a base di finocchietto e anice.

10) Guardare l’orologio solare a Piazza Pertini

La Meridiana della piazza di San Domino

Nella piazzetta di San Domino, oggi Piazza Pertini, c’è l’installazione tecnico-artistica di Mauro Fizzanotti La Meridiana. Questo imponente orologio solare a sfera, su una base con la rosa dei venti, restituisce l’ora esatta attraverso l’ombra dello gnomone su uno dei due semicerchi in intersezione. L’opera richiama inevitabilmente la summenzionata Cisterna della Meridiana del castello e convento dell’isola vicina, utilizzata per la raccolta dell’acqua piovana ma anche per conoscere l’orario con l’ausilio dei raggi solari.

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